2 maggio 2013

GRILLINO O PECORA...?

A cura di Antonio Gigliotti

Finalmente, dopo poco più di due mesi dalle elezioni, è nato il nuovo governo ‘di conciliazione’. Il Paese non avrebbe potuto sopportare altre settimane di vuoto istituzionale, tutti gli indicatori economici sottolineavano infatti l’allarmante criticità della situazione. Speriamo quindi che con questa ritrovata stabilità politica si possa procedere all’insegna di un miglioramento degli assetti sociali e finanziari. L’auspicio è sicuramente che questa squadra esecutiva possa durare il più a lungo possibile, andando anche oltre i 18 mesi previsti dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, per l’attuazione del programma. In ogni caso, un cambiamento c’è stato: dagli insulti si è passati alle larghe intese!

È stato lo stesso Letta, martedì alla Camera prima della fiducia, a elencare le linee programmatiche tra le quali albergano la cancellazione dell’Imu a giugno e la possibilità di evitare l’aumento Iva. Gli auspici sono encomiabili, non rimane altro che capire dove si troveranno le risorse economiche. In ogni caso, prima dei soldi viene la speranza, e quella gli italiani sembrano averla recuperata proprio in questi ultimi giorni!

È vero però che una rondine non fa primavera e che il Paese è ancora profondamente afflitto da sfiducia e precarietà. Esempio ne è stato proprio il tragico evento di domenica mattina quando, mentre tra le mura di Palazzo Chigi si svolgeva il giuramento del nuovo governo, un cittadino esasperato ha aperto il fuoco contro due carabinieri, sostenendo come i veri obiettivi fossero i politici. La gente ha serie difficoltà di vera e propria sopravvivenza. Non possiamo giustificare questi atti, tuttavia non ci è concesso neanche un minuto di distrazione innanzi alle problematiche sociali ed economiche che stanno affliggendo l’Italia e che questi dolorosi eventi portano alla ribalta. In questa direzione spero che vada lo sforzo trasversale del quale si fa portavoce la nuova squadra esecutiva.

A questo punto, come di consueto, vorrei completare con una riflessione sulla nostra categoria. Per mesi è stato scimmiottato il peggio della politica, ma ora che da quel fronte si fa strada uno spiraglio di ragionevolezza, pare che da questa parte qualcuno non voglia adottare quel medesimo comportamento denso di responsabilità. La mia idea è, come da settimane ripeto, quella di sedersi tutti insieme e confrontarsi per trovare una via d’uscita. Un’idea che si andrà a concretizzare proprio il 7 maggio.

La proposta del 7 maggio non nasce come trampolino di lancio per ambizioni o interessi personali, bensì come un momento di incontro e di crescita per venir fuori da un’impasse che ci sta letteralmente paralizzando. Perché v’è gente, tra noi, che legge l’evento alla stregua di una manifestazione ‘contro’? Contro chi? Io capovolgerei tali affermazioni, dichiarando apertamente che si tratta invece di una manifestazione ‘a favore’. A favore di chi? Ebbene, è chiaro, della categoria. Per tale ragione, a chi con amarezza mi definisce ‘grillino’, rispondo con piacere che un tale appellativo è sicuramente preferibile a quello di ‘pecora’.

La giornata del 7 maggio non vuole generare ulteriore divisione nella categoria, anzi è stata ideata per creare quella unità che nell’ultimo anno si è sgretolata. Il mio augurio è che la maggioranza sia composta da colleghi che ne hanno ben compreso lo spirito. Quel giorno i presidenti e vicepresidenti territoriali si riuniranno per decidere le nostre sorti. O vogliamo che vengano decise ancora una volta dall’esterno? Boicottare l’incontro non produrrà alcuna utilità alla categoria, né servirà per ferire la mia persona. L’unico risultato di un tale scellerato comportamento sarebbe quello di rallentare sempre di più la ripresa della nostra professione, abbandonandola alla grinfie di una giustizia troppo lenta e ai furti costanti di quelle che sono le nostre peculiarità professionali.

Per quanto mi riguarda, sto dedicando tempo e risorse a questa iniziativa senza peraltro averne (e volerne) indietro alcun rimborso o compenso. L’unico genuino tornaconto sarà solo quel risultato in cui, chi ama la categoria, ancora spera: una soluzione a tutto questo sfacelo.

La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la poggia...(Gandhi)
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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