12 dicembre 2013
12 dicembre 2013

IMU e TASSE… ARRIVANO I FORCONI

A cura di Antonio Gigliotti

Autore: Redazione Fiscal Focus
Cari amici e colleghi,
fin dall’inizio dalle pagine di questo giornale abbiamo inteso monitorare le vicende che orbitavano intorno alla nostra categoria, non limitandoci a valorizzarne gli aspetti positivi, ma andando nel dettaglio portando alla luce le diverse problematiche che affliggevano la nostra professione. È pur vero che a volte siamo caduti nell’errore, ma siamo comunque andati avanti nonostante le difficoltà che io stesso, in prima persona, ho incontrato. Non nascondo infatti che non poche sono state le conseguenze che ho dovuto sopportare a livello personale, tra le quali l’ultima mi risulta la più abominevole: sto parlando del caso dell’Ordine di Parma, anzi generato da alcuni componenti di siffatto presidio di categoria. Spinti forse da un’antipatia nei miei confronti che esula dal loro ruolo all’interno della categoria, questi personaggi hanno usato l’Ordine che rappresentavano a mo’ di arma puntata contro di me, quasi che si trattasse di una loro proprietà privata, non invece di un organismo pubblico nel quale la volontà sovrana dovrebbe essere quella che persegua gli interessi degli iscritti che rappresenta. Quest’ultimo esempio è sintomo di una chiara sintonia con le condizioni del Paese: sia nella categoria che nel resto d’Italia si è perso qualsiasi collegamento tra chi tiene le redini e chi viene guidato, tra il governo e la base.

Sul punto, non posso che rimanere estremamente basito dal fatto che accettiamo in maniera passiva l'ennesima beffa in materia d'IMU. È vero che c’è stata qualche velata protesta, ma pare che in pochi si siano accorti dello scenario quasi surreale che ha circondato questo capitolo della questione fiscale. Si badi che sono davvero molte le difficoltà che stiamo avendo per far fronte alla scadenza del 16 dicembre, vale a dire quindi fra qualche giorno.

In riferimento a questi problemi, tra martedì e mercoledì le caselle di posta elettronica della redazione sono state letteralmente inondate di mail da parte di colleghi che non sanno più che pesci prendere. Vi posso assicurare che leggere di commercialisti che, dopo venti o trent’anni trascorsi dietro una scrivania, scrivono di voler abbandonare la professione, è una situazione a dir poco imbarazzante. Questi sono i veri commercialisti, quelli che trascorrono in studio sette giorni su sette a fare ricerche, ad aggiornarsi, a studiare come effettuare un nuovo adempimento e come procedere con nuovi calcoli e nuove imposte. Ecco, i professionisti genuini! Non come quelli che stanno seduti ai posti di comando e la professione vera non sanno neanche dove stia di casa, se non quando devono andare a bussare per chiedere sostegno e voti. Questi ci rappresentano, ma che ne sanno loro di come si gestisce uno studio? O di come affrontare la valanga Imu?

Da mesi mi chiedo perché continuiamo a farci calpestare in questo modo. Oramai è evidente che siamo nelle mani di incompetenti, in una situazione tra l’altro aggravata dal fatto che siamo da più di un anno privi di una governance. Non che prima la situazione fosse migliore! In tutta sincerità provo ribrezzo quando vedo passare in TV o fare interviste sui vari giornali personaggi che fino all'altro ieri ricoprivano posti di comando all'apice della nostra categoria e che sono rimasti comodamente seduti alla seggiola quando già vi era la deriva della professione, seggiola che ancora oggi fanno fatica ad abbandonare o a rinunciare. Ma un po' di vergogna non la provano?

Questi personaggi dov’erano negli anni scorsi, quando già eravamo messi male? Oltreché riscaldare la poltrona e percepire lauti rimborsi spese, non avvertivano il malessere? In questi ultimi mesi abbiamo assistito a un repentino precipitare della situazione, ma non può dirsi che la stessa non si fosse presentata già negli anni passati. Non è stato un ciclone improvviso! Eppure ci ha presi alla sprovvista, perché chi era stato scelto per farlo non ha saputo porre degli argini solidi.

Ecco, come direbbero i ‘forconi’ che protestano da giorni, è giunta l’ora che questa gente si dedichi ad altro: hanno avuto anni interi a loro disposizione per tentare di cambiare il corso degli eventi e non sono stati in grado di farlo. Adesso però son tutti fuori a distribuire cure e prediche. Ma mi facciano il piacere!! Hanno ragione i ‘forconi’, bisogna che vadano tutti a casa, l’Italia merita gente nuova.

Tuttavia penso che anche per questa gente la pacchia stia per terminare. Per tornare a puntare i riflettori sulla categoria, è evidente che siamo allo stremo. Per questo è opportuno che alla guida giunga gente genuina, che conosca i problemi del lavoro che svolgiamo, che li abbia vissuti sul serio. Siamo stanchi di rappresentanti che quando parlano non sanno neanche di cosa stanno parlando. Come del resto accade quotidianamente ascoltando un politico.

In virtù di ciò io non mi meraviglio per nulla quando leggo, come in questi giorni, di scontri e proteste. La gente è davvero stanca. Non ci sono i soldi, alle famiglie non concedono mutui e quando li concedono non riescono a rispettare i pagamenti, le imprese sono senza liquidità e oppresse da una pressione fiscale arrivata a livelli esorbitanti… mentre l’Italia rotola però loro continuano a sprecare, a spendere e spandere usando le forbici solo negli slogan e nei proclami.

Sia chiaro, non difendiamo gli evasori. Noi le tasse vogliamo pagarle. Chiediamo però di poter lavorare in condizioni accettabili e non come invece siamo ridotti in questi ultimi tempi. Ma vi sembra giusto che in soli pochi giorni dobbiamo andare a verificare centinaia di delibere per poi applicarle ai vari casi di studio, convocare il cliente e consegnare i vari modelli F24? Il tutto con il rischio costante di poter cadere in qualche errore.

Ma in che stato viviamo? Lo si vuol capire che la gente è esasperata? Non esistono solo i Caf, accanto a loro infatti v’è un esercito di professionisti che non può continuare a lavorare in queste condizioni.

Spero che lassù qualcuno ci ascolti. Qua giù la situazione diventa sempre più calda, anche se siamo in inverno, e la gente di parole e promesse non ne vuol più sentire.
Per andare avanti e farci sentire, per uscire da questa gabbia che ci hanno costruito i nostri stessi rappresentanti, dobbiamo innanzitutto liberare la mente. Affermava infatti uno dei leader anti-apartheid, il sudafricano Steve Biko, che “l'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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