7 febbraio 2013

LA CARICA DEI TECNICI

A cura di Antonio Gigliotti

Autore: Redazione Fiscal Focus
Cari amici e colleghi,

eccomi ancora qui a fare il punto su questi presunti tecnici che, dopo aver governato l’Italia per un anno, si accingono a chiedere la fiducia dei cittadini per un secondo mandato. Sulle loro supposte competenze e qualità ho sempre avuto dei palesi dubbi in merito ai quali non ho mai lesinato chiare esternazioni. Purtroppo v’è anche da dire che se loro sono stati considerati onniscienti la colpa è anche nostra, dei tecnici della quotidianità, che non abbiamo saputo far sentire la nostra voce (e su questo la categoria dei commercialisti dovrebbe fare un serio mea culpa).

Ora, se questa era la mia fiducia nei confronti dei tecnici di governo, potete ben immaginare come si sia definitivamente sgretolata oggi, alla luce dei nuovi esempi di tecnicità e conoscenze dei quali questi si sono resi protagonisti. Ultimo episodio davvero raccapricciante, tuttavia capace di illustrare la preparazione e la fondatezza che v’è alla base delle linee programmatiche ‘tecniche’ è quello che ha riguardato l’esimia docente di Economia presso l’Università Carlos III di Madrid, un volto che da un paio d’anni abbiamo imparato a conoscere per via dei lunghi elenchi numerici che sciorinava nelle diverse sedi televisive. Un cervello in fuga, anche se non s’è capito ancora da cosa… e perché! In ogni caso, la professoressa Irene Tinagli ha messo su uno spettacolino che se, da un lato, farà sorridere i suoi studenti, dall’altro farà sicuramente piangere noi italiani che dobbiamo sopportarla tra le schiere di candidati alle prossime elezioni. La docente, leggo dal portale del suo partito, “è esperta di innovazione, creatività e sviluppo economico. È consulente del Dipartimento Affari Economici e Sociali dell’ONU, della Commissione Europea e di numerosi governi regionali, enti e aziende in Italia e all’estero. È editorialista de “La Stampa”. Bene, una personalità di spessore, con esperienza, tant’è che al momento ricopre la carica di Consigliere del ministro Francesco Profumo sulle smart cities. Insomma, tutti questi titoloni per poi fare davvero una pessima figura, da studentessa che prova l’esame senza aver studiato neanche l’argomento a piacere. Insomma, dov’è finito tutto il tecnicismo e il rigore bocconiano, che tra l’altro l’accademica in questione ha anche esportato all’estero?

Ma andiamo al sodo. Siffatta prova di approssimazione la docente l’ha data un paio di giorni fa nel corso della trasmissione Omnibus di La7, durante la quale la candidata di Italia Futura chiedeva al collega accademico Francesco Boccia, candidato del Pd, di spiegare agli italiani l’intento di innalzare le aliquote sulle rendite finanziarie. Al che Boccia, rendendosi conto dal tenore della domanda che la sua interlocutrice aveva in mano scarse informazioni sul tema da lei stessa introdotto, ha iniziato a incalzarla con l’insistente domanda: “Sa a quanto ammontano le aliquote sulle rendite finanziarie?”. Interrogata l’allieva, l’allieva non rispose… ma si arrampicò sugli specchi come fosse al peggior esame della sua vita. Dopo aver tirato fuori una sequela di digressioni inutili, ha dovuto raccogliere la coda (e la boria tecnica malcelata, ma ferita) tra le gambe e con arroganza tipica degli impreparati ha esortato il collega a ‘illuminarla’ sulla questione che lei stessa aveva tirato in ballo.

Ecco, questi sono i tecnici che vogliono portare l’Italia verso il futuro. Ma davvero abbiamo bisogno di questi accademici che non conoscono la materia di cui parlano? Davvero vogliamo solo un ‘partito dei carini’, come sono stati ironicamente definiti, che ci rappresenti al meglio dal punto di vista della formalità, ma che lasci vuoto lo spazio dei contenuti? Io non ci sto. Sinceramente preferisco gente meno ‘carina’, meno bocconiana, ma con un grado di competenze e capacità superiori a quelle dimostrate. Questa gente non capisce, ma – come scriveva Leo Longanesi – “non capisce con grande autorità e competenza”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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