9 gennaio 2012

NON C’E’ LIMITE ALL’INDECENZA

A cura di Antonio Gigliotti

A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare? (Totò)

La crisi è internazionale. Lo sappiamo, lo abbiamo capito. Così come siamo coscienti che non è un periodo passeggero. È già durato abbastanza e soprattutto ci vorrà ancora del tempo per uscirne.
Conti a posto e poi l’obiettivo – tanto sperato – della crescita.
L’Italia è nell’occhio del ciclone e nella crisi economica ha un suo ruolo. Da oltreoceano e dall’Europa ci guardano e aspettano il segno del cambiamento. Un cambiamento che a noi italiani costa molto, in quanto non sempre è equo.
Anche perchè spesso ci vengono imposti certi sacrifici. Ma altrettanto spesso chi ce li impone, è lungi dal farli personalmente.
Li sentiamo tutti i giorni – i politici – spiegarci la situazione ma, mentre parlano, noi ci chiediamo: ma loro quali sacrifici fanno?

La settimana scorsa è stata caratterizzata dalla polemica sugli stipendi dei politici. I dati Istat hanno reso palese ciò che tutti sospettavamo: i loro compensi sono tra i più alti in Europa.
Anzi, ad onor del vero, non è possibile fare una media europea perchè non è neanche ben chiaro come essi siano composti.
Ed infatti, la commissione presieduta da Giovannini, che ha studiato la questione, ha dichiarato di aver svolto unicamente un’attività di ricognizione, senza riuscire, in pratica, a fornire i dati definitivi. Ha dunque gettato la spugna.
Ma anche questo, forse, fa parte del nostro essere italiani!!
Viviamo in un sistema in cui non riusciamo neanche a sapere quanto guadagnano i nostri parlamentari. In teoria 16.000 euro, in pratica tutti dicono meno.

Ma forse temo che, dietro tutto ciò, ci sia l’intenzione, ancora una volta, di prendere in giro tutti noi, gente comune, che non vive di privilegi, indennità varie e stipendi, gente alla quale si continua a dire che occorre tirare la cinghia.
Come è possibile che per tartassare i contribuenti, in meno di un mese, sono riusciti a fare una manovra di lacrime e sangue e dopo sei mesi non si è riusciti ad avere uno studio che ci permettesse di comparare gli stipendi dei nostri parlamentari?

Dov’è la verità? La verità – ahimè – non appartiene al nostro DNA, altrimenti non si sarebbe giunti a questo.

Il nostro è un Paese che soffre ormai da anni e che – agonizzante – si permette ancora di non toccare certe Caste. La prima tra queste, quella della politica. Una politica malata e autoreferenziale, che trova un coraggio bipartisan per negare l’abbondanza dei propri stipendi, soprattutto perchè non corrispondono alla qualità del loro lavoro.

Credo fortemente che l’irritazione maggiore della gente derivi dal fatto che, oltre a ricevere lauti compensi, i nostri politici sono una testimonianza quotidiana del loro fallimento.
Mi spiego meglio. Personalmente poco mi importa se l’onorevole Tizio guadagna più o meno di me. Ciò che più mi preme è che sia in grado di far “funzionare” il Paese. Se il politico di turno fosse all’altezza di rappresentare un governo che riduce le tasse, facendole pagare a tutti in misura equa e garantendo servizi efficienti per i cittadini, tutti noi saremmo disposti a pagargli anche il doppio di quanto percepisce adesso.

Il punto è, pertanto, quello di capire se i rappresentanti del popolo, ci rappresentano bene o male. Se, in sostanza, riescono ad assolvere ai compiti per i quali sono stati eletti.
Purtroppo, a giudicare dai risultati, soprattutto degli ultimi anni, direi proprio di no. Pertanto, cinquemila, diecimila o ventimila, sono per me soldi buttati via, a prescindere che siano di più o di meno rispetto a quelli che vengono corrisposti ai parlamentari di altri paesi europei.

Forse è giunto il momento, al di là di ogni commissione di studio, che i nostri politici si comportino da persone responsabili ed inizino a dare il buon esempio, cominciando a rinunciare, ad una parte dei privilegi dei quali godono da fin troppo tempo e, forse, anche immeritatamente.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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