3 gennaio 2013

QUANDO I DATI SUPERANO LE PROMESSE ELETTORALI

A cura di Antonio Gigliotti

Eccoci ormai entrati a pieno ritmo nel nuovo anno, questo 2013 del quale tanto si è parlato durante le scorse dodici mensilità e che finalmente è arrivato senza portare con sé novità particolarmente positive. Lo avevamo già accennato nei giorni scorsi, oggi ne arrivano le conferme. A quanto pare le promesse elettorali del presidente tecnico hanno il medesimo impatto e la stessa forza di quelle di un qualsiasi altro politicante: sono volte esclusivamente a racimolare qualche voto in più, perdendo per strada qualsiasi appiglio alla realtà.

Se l’obiettivo è quello di abbassare le tasse, possiamo stare pur certi che chiunque salirà sui più alti scranni parlamentari non potrà sicuramente raggiungerlo, almeno nel breve periodo. Quel che sappiamo, confermato anche dalle stime effettuate dalla Cgia di Mestre, è che sarà un periodo denso di rincari per le spese familiari, tanto che i bilanci ne saranno enormemente appesantiti. Oltre alla Tares, infatti, le “cattive” nuove riguardano l’aumento dell’Iva fissato al primo luglio, la maggiorazione Imu per i capannoni, nonché gli aumenti dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale. Il tutto, mescolato ben bene, comporterà per i contribuenti del Belpaese un aggravio fiscale pari all’incirca a 14,7 miliardi di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. Somma che tradotta in costi per i nuclei familiari equivale a una maggiorazione d’imposta di 585 euro. Si salvi chi può, quindi! E al bando chiunque voglia ingannarci promettendoci un qualunque sgravio fiscale.

Ebbene, se per i cinesi il 2013 è l’anno del serpente, per gli italiani si è già presentato come anno delle tasse. “Nonostante la Legge di stabilità abbia aumentato le detrazioni Irpef per i figli a carico – spiega il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - la pressione fiscale nel 2013 si attesterà, secondo le previsioni redatte qualche giorno fa dal Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%. Ben 0,4 punti percentuali in più rispetto al dato registrato l'anno scorso. Solo nel 2014 invertiremo la tendenza, ritornando ad una pressione fiscale leggermente al di sotto del 45%”.

A questo punto sembra evidente come la ripresa economica, tanto decantata in questi giorni di promesse elettorali, sia sempre più lontana. A tal proposito mi chiedo: come si fa a crescere se la pressione fiscale è l’unico fattore a far salire la temperatura? Una simile condizione sociale e finanziaria non solo blocca gli investimenti, ma fa arenare la creatività e la pulsione imprenditoriale. E qui casca l’asino, si potrebbe ben affermare, poiché i dati parlano più chiaro di qualsiasi aspirante alla poltrona di premier, sia esso tecnico o politicante di professione. “Con l'Imu – conclude Bortolussi - l'Erario ha incassato circa 3-4 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni: si tratta di risorse sufficienti per scongiurare l'aumento di un punto dell'aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. È questa una condizione necessaria per lasciare più soldi in tasca agli italiani e far ripartire i consumi”. Questo è (tristemente) tutto… ma c’è ancora molto altro e magari saranno gli italiani stessi a farlo presente tra poco più di un mese!
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