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Quelli che… Vogliono cambiare!

A curadi Antonio Gigliotti

Fra una settimana sapremo chi sarà chiamato a rappresentare la nostra categoria. Ci distanziano meno di sette giorni da quello che spero sia un cambiamento salutare per ciascun iscritto che, negli ultimi anni, si è trovato a dover fronteggiare una situazione tragicomica, stretto tra le richieste costanti del Fisco e la mancanza di tutele e garanzie da parte di chi sedeva (e siede) sulle poltrone più alte del Consiglio Nazionale.
A questo punto mi si potrebbe chiedere il motivo della mia insistenza sulla necessità di un RINNOVAMENTO. Intanto, perché è la base che lo vuole; infatti se gli eventi (prossime lezioni) ci dovessero mostrare risultati differenti, allora ci ritroveremo innanzi a una definitiva spaccatura tra gli organi di governo e gli iscritti. Purtroppo, c’è chi ancora non ha aperto gli occhi e in questi ultimi giorni di campagna elettorale continua a strumentalizzare discorsi che, parlando seriamente, oramai non ingannano più nessuno.
Dal canto mio, proprio per non parlare invano, non che avessi dubbi, ho deciso di impegnarmi con la redazione ed effettuare un sondaggio selezionando un campione rappresentativo individuato tra i diversi iscritti di ben 15 città (Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Torino, Parma, Bologna, Avellino, Napoli, Foggia, Cosenza, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari) dislocate lungo tutta la Penisola.

Alla domanda: Si ritiene soddisfatto di colui che guida l’attuale governance?"
Le risposte ottenute hanno conseguito le seguenti percentuali:
Totalmente o molto: 1%
Abbastanza: 1%
Poco: 2%
Per niente: 91%
Non so: 5%

Alla domanda: E se potesse votare Lei lo riconfermerebbe?
Le risposte ottenute hanno conseguito le seguenti percentuali:
Si: 2%
No: 94%
Non so:
4%

Considerando che gran parte delle città alle quali il sondaggio è stato rivolto sono sedi di Ordini che dichiaratamente appoggiano la lista Siciliotti-Marcello, la situazione si prospetta ben più delicata.
Ma il dato ancora più sconcertante, che è emerso, è che la bocciatura più sonora di Siciolitti & C. è arrivata proprio dagli iscritti di quegli ordini i cui presidenti aspirano addirittura a diventare futuri consiglieri nazionali…

Ecco, quindi, che tutto il resto è un ammasso di chiacchiere prive di fondamento.

Alla luce di quanto è emerso, mi chiedo: il Presidente e il Consiglio dell’Ordine non devono seguire la volontà degli iscritti?

Io ritengo di sì, ecco perché spero vivamente che in sede di votazioni anche chi è chiamato ad assumersi una tale responsabilità faccia altrettanto, senza dimenticare la volontà di coloro che a sua volta rappresenta.

La base è scontenta, prendetene atto.

Dall’indagine è chiaramente emerso che alcuni Ordini territoriali non rappresentano affatto i propri iscritti. Non c’è rappresentanza, anzi esiste un vero e proprio scollegamento tra gli iscritti e l’Ordine locale.

A tal punto, mi chiedo ancora: A chi giova parlare di una riconferma? Forse a una base per anni defraudata del proprio ruolo e della propria dignità di professionisti autonomi? O, è il caso dirlo, a dei candidati che non sono riusciti a mantenere neanche una delle promesse fatte, non ultima quella di non ripresentarsi?

Mi duole ammetterlo, ma credo proprio che la risposta sia da individuare nel secondo punto. E infatti noi iscritti non avremo alcun profitto da una governance che finora non è riuscita (non ha potuto o non ha voluto) far sentire la propria voce. Se gli Ordini dovessero continuare a tapparsi le orecchie quando la base chiama, allora dovremo accontentarci di ripercorrere le strade del declino che ci hanno già condotto all’attuale condizione di stallo.
Ma io, fiducioso per natura, sono convinto che il viale del tramonto per tutti noi non sia ancora giunto, quindi il mio auspicio è che chi di dovere, ossia coloro che fra qualche settimana saranno chiamati a votare, tenga conto delle esigenze e delle difficoltà della base maturando così una scelta consona alla volontà degli iscritti.

A pensarci bene è come quando, da bambini, ci è capitato di cadere in un cespuglio di ortiche. Il bruciore sulla pelle che è durato per tutto il giorno ci ha insegnato, crescendo, a stare alla larga da quelle piante verdi e dal profumo allettante.
In questi anni noi commercialisti abbiamo provato più volte quel bruciore, è ora è giunto il momento di dire BASTA. E chi deve farlo al posto nostro, che siamo la base, non può fingere di non udire le nostre richieste.

Vogliamo cambiare strada, vogliamo evitare gli errori del passato. Vogliamo crescere con una governance matura e che sappia interpretare le nostre esigenze. Quello che non vogliamo è un passo indietro.

E, parafrasando il Mahatma Gandhi, desideriamo “diventare il cambiamento che vogliamo vedere”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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