26 agosto 2011
26 agosto 2011

RICONOSCENZA e GRATITUDINE

A cura di Antonio Gigliotti

Non ci si può aspettare mai gratitudine per ciò che facciamo. La nostra gratifica è già in quello che abbiamo fatto (Giuseppe D'Oria).

Cari amici e colleghi,
oggi voglio occuparmi di alcune parole, quasi scomparse, come "gratitudine", o "riconoscenza" sarebbe anche troppa. Quante volte vi sarà capitato che un collaboratore o un dipendente vi abbia detto grazie per avergli insegnato il lavoro da svolgere? O al contrario, di non veder mai un “capo” ringraziare i propri collaboratori?

Grato è chi mantiene ricordo costante e cordiale del beneficio ricevuto e la gratitudine è un sentimento di affettuosa riconoscenza.

Parole professionalmente non previste? Dimenticate? Eppure il lavoro ha bisogno di gratificazioni… lo stipendio è fondamentale, la riconoscenza di un lavoro ben svolto è indispensabile.

Purtroppo della gratitudine si sta perdendo traccia: tutto è servizio dovuto, retribuito, monitorato. Le varie emozioni che possono emergere dal cuore non sono contemplate in nessun contratto di lavoro o rapporto professionale.
Vanno aggiunte ai risultati, da apprezzare quando devono essere apprezzati. Che brutto ritrovare persone che ti dicono “non sei più il mio capo quindi ciò che dici non ha rilevanza per me!” E’ così facile dimenticare quel sostegno emotivo e professionale che serviva per superare i momenti difficili?

A chi non sarà capitato di aiutare qualcuno, un amico, un conoscente, un collaboratore a trovare un lavoro, di sostenerlo nel momento del bisogno in modo disinteressato e poi scoprire che la persona beneficata anziché essere riconoscente non solo dimentica quanto abbiamo fatto per lui, ma diventa fredda e si comporta verso di noi con rancore.
E mi viene a tal proposito in mente quanto accaduto nel corso della mia attività professionale, quando avevo aiutato una persona e ne avevo fatto quasi il mio braccio destro.

Poco tempo fa, un amico comune mi ha riferito che quel mio collaboratore sparlava continuamente di me al punto che in una circostanza spiacevole, gli ha detto: “Non sarà anche questo colpa di Gigliotti ?” La spiegazione era semplice. Dopo aver imparato un po’ il mestiere, pensava di avermi superato e che avrebbe potuto tranquillamente prendere il mio posto .

Con questo episodio ho imparato che è pericoloso mettersi troppo in evidenza perché si scatena l’invidia dei tuoi colleghi e collaboratori.
Tuttavia ritengo come la mancanza di riconoscenza non sia solo dovuta all’invidia.

Ogni qual volta che noi facciamo per qualcuno qualcosa che va al di là del normale, inneschiamo dei meccanismi che spesso sono negativi. Prendiamo l’esempio più semplice, quello del regalo. Il regalo, anche se fatto nel modo più disinteressato e generoso crea quasi sempre bisogno di ricambiare. E se per caso capita di esagerare in generosità possono mettere l’altro in imbarazzo perché non sa come ricambiarmi e si domanda cosa voglio in cambio da lui. Vi sono però persone che reagiscono nel modo opposto. Se facciamo loro dei doni, gli stiamo vicini nei momenti difficili o li aiutiamo, lo considerano un dovere da parte nostra e, se smettiamo di farlo, ci criticano e ci accusano. In tutti i casi il risultato della nostra generosità sarà la mancata riconoscenza.

Perciò quando si decide di fare un dono a qualcuno, o di aiutarlo quando ha bisogno, o di far sì che possa realizzare le sue potenzialità, teniamo ben presente che lo dobbiamo fare solo per ragioni morali, perché lo riteniamo giusto, senza aspettarci nulla in cambio. Se poi l’altro ci ricambierà con la fedeltà e la riconoscenza occorre considerare questo suo comportamento solo il dono di un animo generoso.

Concludo ricordando una frase di Johann Wolfgang Goethe: Quando incontriamo qualcuno che ci deve riconoscenza ce ne ricordiamo subito. Quante volte invece incontriamo qualcuno verso il quale abbiamo un debito di gratitudine e non ci pensiamo!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy