2 agosto 2013

SALVIAMO ALMENO LA DIGNITA’..!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

oggi, a pochi giorni dalle ferie, vorrei condividere con voi un’esperienza che mi è capitato di vivere proprio in questa settimana e che, in tutta sincerità, ha risvegliato in me dei sentimenti per nulla benevoli nei confronti della nostra classe politica, affatto attenta alle esigenze e ai bisogni degli italiani. Mi trovavo a Padova, in un supermercato. Ero in fila alla cassa, davanti a me c’era un’anziana signora ben vestita e dall’aspetto ordinato e composto. Nel suo cesto potevo vedere solo un pacco di biscotti di sottomarca, una confezioni di tè in bustine e una confezione di zucchero. Il totale battuto dalla cassiera dava un importo di 3,50 euro. Roba da niente, direbbe chi non deve vivere con cinquecento euro al mese. La signora, senza perdere la sua compostezza, ha aperto il borsellino facendo scendere sul nastro della cassa tutti i suoi averi pari all’incirca a due euro e poco più. A quel punto, seguendo il proprio compito, la cassiera l’ha invitata a lasciare uno dei tre prodotti acquistati. Con un mite sorriso la signora ha messo da parte i biscotti. “Utilizzerò il pane!”, ha detto sorridendo. A quel punto mi sono sentito davvero in imbarazzo, più per me che per la donna. Mi vergognavo perché appartengo a un Paese che non è in grado di tutelare le fasce più deboli, abbandonandole a loro stesse e sperando che in un modo o nell’altro se la cavino.

L’intervento di qualcuno che era accanto alla sigonra, le ha permesso di non rinunciare a nessuno dei suoi acquisti, tuttavia questo gesto, se pur ammirevole, non ha risolto nulla. Non siamo noi che, assistendo a queste scene, dobbiamo cercare una soluzione, ma dovrebbero essere i politicanti a darci un’alternativa al declino. Purtroppo però nessuno se ne occupa. O meglio, lo fanno solo a parole, salvo poi dimenticarsi che nel concreto la dignità di una buona fetta dei cittadini italiani viene quotidianamente calpestata e umiliata. E sì, perché mentre quella donna era posta davanti alla colossale scelta di rinuncia fra tre miseri averi, chi di turno nella guida del Paese continua ad occuparsi di altre vicende e scaramucce lontane da quelle che sono le reali esigenze del Paese.

Eppure non sono notizie segrete o taciute. Proprio nelle scorse settimane l’Istat ha esposto i dati relativi al tasso di povertà del 2012. Il nostro Paese è di giorno in giorno più povero. La povertà relativa ha colpito il 12,7% delle famiglie, in sostanza stiamo parlando di 3 milioni 232 mila nuclei. La povertà assoluta coinvolge invece il 6,8% delle famiglie, quindi 1 milione 725 mila nuclei. Dal punto di vista dei soggetti singoli, la Penisola conta 9 milioni 563 mila cittadini poveri relativi, ossia il 15,8% della popolazione, nonché 4 milioni 814 mila poveri assoluti, quindi l’8% della popolazione. Inoltre, sempre secondo l’Istat, in termini tendenziali nel 2012 si è assistito a un duplice aumento che ha coinvolto sia l’incidenza di povertà relativa che quella di povertà assoluta, nel primo caso il passaggio è stato dall’11,1% al 12,7% e nel secondo dal 5,2% al 6,8%. E questi aumenti hanno colpito dal nord al sud, passando per il centro, in maniera proporzionale. Si tratta, dunque, di stime oggettive che dovrebbero far riflettere. Anche se la nostra riflessione non muove le decisioni politiche, che forse sono spinte da ben altri interessi!!

Intanto i parlamentari parlano, parlano, ma non stringono nulla. Anzi neanche ci pensano a stringere… O a tagliare! La spending review vera e genuina è solo un miraggio. Basta pensare semplicemente ai loro stipendi che, secondo la recente classifica pubblicata dall’Ocse, sono sei volte più alti di quelli dei comuni cittadini. L’organismo internazionale ha infatti rilevato che il gap tra le retribuzioni dei cittadini italiani e quelle dei parlamentari è esorbitante! Basti pensare che, in media, un semplice dipendente guadagna 23.400 euro l'anno, mentre la media parlamentare è di 144mila euro!! Assurdo! Per nulla equilibrato con la situazione economica che il Belpaese sta attraversando e della quale, a quanto pare, ne stanno pagando le spese solo i pesci più piccoli.

Questi dati, così come gli episodi simili a quello vissuto da me in prima persona, dovrebbero aprirci gli occhi e spingerci a chiedere alla politica un’attenzione maggiore. Se l’Italia continua a camminare lungo questa strada pericolosa, il futuro potrebbe non essere così roseo come ci auguriamo!

È vero che, come scriveva Goethe, “la povertà stessa, quando è immeritata, rende orgogliosi”, tuttavia ritengo che l’Italia meriti anche di essere orgogliosa per l’attenzione che presta ai più deboli… E al momento questo tipo di orgoglio il nostro Paese non lo conosce. Così chiudo, con tristezza e speranza, affidando le mie (e spero le vostre) riflessioni a questa strofa di una nota canzone di Battiato: “Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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