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SPORCHERESTE ANCHE LA TERRA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
è passato solo qualche giorno da quando ho espresso la mia viva indignazione in merito ai consigli e alle ‘ricette’ a buon mercato esposte su stampa e tv da quelli che vanno definendosi ‘esperti’, consigliando a costoro di armarsi di vanga e zappa per rendersi ben più utili nei campi. Oggi però, pur non rinnegando quel mio ingenuo pensiero, mi trovo comunque costretto a rivedere la riflessione. E già! Pensavo alla variegata e quasi interminabile campagna italiana, immaginavo un lungo fazzoletto verde rimasto intatto nonostante le incessanti aggressioni ambientali.

Così, perso tra simili riflessioni, mi sono messo a sfogliare ancora una volta i giornali (attività che, nell’ultimo periodo, risulta malsana, perché alla fine mi lascia sempre un senso di amarezza!). Ed eccole lì! Le famose braccia rubate all’agricoltura! Preso da un tanto profondo disgusto, sono arrivato alla conclusione che codesta gente non è degna neanche di prestar la propria manodopera agli agricoltori italiani, che hanno chiaramente bisogno di lavoratori seri, non di chiacchieroni dell’ultima ora.

Ma veniamo al dunque. Cosa ha generato in me tanto disgusto? Ebbene, a parte la solita incompetenza dimostrata da chi imbratta le pagine dei giornali, quel che mi ha maggiormente indignato a ridosso del fine settimana è stata la vicenda che ha coinvolto il ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, Josefa Idem. Ora, posta in ogni caso la presunzione di innocenza, il fatto è di per sé singolare. Al capo del dicastero, già testimonial di legalità per l’Agenzia delle Entrate guidata da Attilio Befera, sarebbero imputabili alcuni comportamenti irregolari, riguardanti l’immobile di suo possesso adibito a palestra. L’illecito tributario sarebbe dovuto al fatto di non aver pagato l’Ici dal 2008 al 2011 usufruendo dell’esenzione perché fatto risultare quale prima casa; l’illecito continua poi nel 2012, con l’introduzione dell’Imu, pagando la quota relativa alla prima casa (malgrado l’immobile venisse utilizzato per attività sportive e commerciali). In sostanza il ministro avrebbe goduto per diversi anni delle agevolazioni “prima casa” su un immobile in realtà adibito a palestra e non per uso personale, bensì per attività sportive e commerciali.

Alla faccia di tutte quelle imprese che si sono viste negare la sospensione della prima rata Imu sui capannoni e che quindi hanno dovuto pagarla entro lo scorso 17 giugno!! L’altro illecito, poi, riguarderebbe un presunto abuso edilizio sempre in riferimento al medesimo immobile. La palestra infatti è sita in un immobile accatastato come abitazione e i locali sarebbero registrati come taverna, studio, soggiorno e sala attrezzi. Si sa, per trascorrere delle piacevoli serate in compagnia di amici!!! A questo punto, è certo che sarà chi di dovere a darci chiarimenti sulla vicenda, ma ciò non toglie che gli aspetti emersi abbiano dell’inverosimile! Un personaggio pubblico così in vista, vessillo di legalità fiscale, esponente della lista montiana, baluardo di rigore e correttezza, sarebbe coinvolta in comportamenti per nulla accettabili!! Stiamo parlando di un’evasione che, se confermata, arriverebbe all’incirca ai cinque mila euro nell’arco di un triennio. E non penso che si tratti di una cifra che il nostro ministro non avrebbe potuto fronteggiare!

Tuttavia, sarei abbastanza comprensivo innanzi a chi, commesso l’errore, decidesse di assumersene le responsabilità in maniera onesta e dignitosa. Mi rincresce ammetterlo, da sportivo e da commercialista, ma non è il caso della nostra campionessa olimpionica. E sì, perché il ministro ha preferito scaricare le colpe piuttosto che farsene carico. È colpa del suo commercialista, dice la Idem, è a lui che veniva affidata la gestione del propri affari. Lei pensava ad allenarsi. Un po’ come i padri di famiglia italiani che pensano a lavorare, ma poi l’Ici e l’Imu e tutte le altre imposte le hanno dovute pagare ugualmente!! E anche gli imprenditori, nonostante il gran da fare nelle rispettive aziende, non è che allo scorso 17 giugno si sono fatti trovare impreparati con giustificazione!! E no, loro hanno pagato. E se anche non l’avessero fatto, saranno raggiunti da apposite sanzioni. Chissà se anche i loro commercialisti saranno ritenuti colpevoli.

Quindi, quello che se ne deduce è che se una persona ‘in vista’ sbaglia (o potrebbe aver sbagliato), non è sua la colpa, ma di quei professionisti che la hanno assistita. Ma i dati, a quel commercialista, chi li ha trasmessi? Se li è inventati? È andato lui a registrare una palestra come abitazione? Beh, a questi quesiti le risposte ovviamente arriveranno nelle apposite sedi. Noi non possiam fare altro che prenderne atto, in maniera amara e disgustata.

Siamo una categoria afflitta. Fuori da ogni vittimismo. Persino il ministro portato avanti dai ‘tecnici’ se la prende coi ‘tecnici’.

A questo punto, per certa gente, è meglio abbandonare il campo. Neanche l’aria campestre gioverebbe loro, anzi finirebbe con l’inquinarsi! e la terra si sporcherebbe e non darebbe più frutti. Quindi dico no, niente campagna. Andatevene dove vi pare, ma fatela finita con tutte queste storie che gettano un’onta di vergogna sul nostro Paese e inaspriscono gli animi di chi, quotidianamente, svolge una professione utile, degna e dignitosa: i commercialisti.

Per concludere, dopo tanta indignazione, mi piacerebbe lasciarvi con un sorriso, pensando che in fondo la verità viene a galla sempre e con essa si distribuiscono le giuste responsabilità. “Il lavoro d'équipe è essenziale. Ti permette di dare la colpa a qualcun altro”, diceva Arthur Bloch, l’umorista americano. Ecco, non è forse quello che avviene con quei clienti che prima mescolano le carte, poi danno la colpa a noi???
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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