17 maggio 2023

Indipendenza del revisore e Codice della Crisi d'Impresa: un binomio inscindibile per garantire la credibilità del controllo contabile

Autore: Redazione Fiscal Revisione
Le normative italiane in materia di revisione e di indipendenza del revisore sono state recentemente aggiornate con il "Codice dei principi di deontologia professionale, riservatezza e segreto professionale" (Codice Etico Italia), emanato con determina del Ragioniere generale dello Stato prot. n. 245504/2018, applicabile a decorrere dagli incarichi di revisione legale relativi agli esercizi aventi inizio nel corso dell'anno 2019.
Secondo le norme italiane contenute nell'art. 10, D.Lgs. 39/2010, rubricato "Indipendenza e obiettività", la società di revisione e il revisore individuale devono essere indipendenti dalla società sottoposta alla revisione e non devono essere in alcun modo coinvolti nel suo processo decisionale.

Solo i revisori indipendenti e scevri da conflitti di interesse possono lavorare con il dovuto scetticismo professionale che è il presupposto necessario per garantire controlli appropriati e conclusioni ragionevolmente oggettive.

Il tema dell'etica professionale non è specificamente trattato nei principi di revisione ISA Italia, salvo gli aspetti legati all'attività di controllo di qualità del lavoro di revisione contenuti nell'ISA Italia 220 e nell'ISQC 1. Tuttavia, il nuovo Codice Etico Italia definisce ulteriormente i principi di deontologia professionale, riservatezza e segreto professionale per i revisori. Tuttavia, si comunica che i principi ISA Italia 200 e ISA Italia 220 sono stati aggiornati mediante la Determina del Ragioniere Generale dello Stato datata 3 agosto 2020, e sono in vigore a partire dai bilanci dell'anno 2020. L'aggiornamento ha comportato modifiche marginali, tra cui l'inserimento dei paragrafi A19 e A61, la modifica dei paragrafi A17, A18 e A67 per l'ISA Italia 200, e l'inserimento dei paragrafi A4 e A5 per l'ISA Italia 220, con conseguente rinumerazione dei paragrafi successivi.

Negli ultimi anni Ernst & Young, una delle big four della revisione, ha annunciato la separazione delle attività di auditing e di consulenza, mentre un recente decreto del Tribunale di Milano ha richiamato l'importante tema dell'indipendenza del revisore. L'indipendenza del revisore è uno dei pilastri del sistema dei controlli, ma dopo dieci anni dall'entrata in vigore del Dlgs 39/2010, i relativi principi non sono ancora stati emanati.

Il requisito dell'indipendenza è fondamentale per garantire controlli appropriati e conclusioni oggettive e prive di condizionamenti. Il revisore, e qualsiasi persona fisica in grado di influenzare direttamente o indirettamente l'esito della revisione legale, deve essere indipendente dalla società sottoposta a revisione e non essere coinvolto nel processo decisionale della società revisionata.

Il revisore deve inoltre documentare la propria indipendenza prima dell'avvio della revisione legale, identificando eventuali rischi e le relative contromisure. I rischi che possono influire sul mantenimento del requisito dell'indipendenza includono il rischio di interesse personale, di auto-riesame, di promozione degli interessi del cliente, di familiarità e di intimidazione. Il revisore non deve detenere strumenti finanziari emessi dall'ente sottoposto alla sua revisione e non può rivestire cariche sociali negli organi di amministrazione dell'ente "controllato".

Il soggetto incaricato della revisione legale deve tenere conto dei rapporti e delle relazioni intrattenute con la società sottoposta a revisione e con gli altri soggetti della sua rete professionale nel valutare i rischi di compromissione dell'indipendenza e obiettività.

Il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza ha introdotto diverse novità in materia di indipendenza del revisore.

In particolare, il Codice prevede che il revisore che svolge l'attività di controllo contabile per le imprese in stato di crisi o insolvenza debba essere indipendente, non solo dalla società sottoposta alla revisione, ma anche dal giudice delegato o dal commissario giudiziale che hanno il compito di gestire la crisi dell'impresa; il Codice prevede, infatti, che il revisore debba comunicare tempestivamente al giudice delegato o al commissario giudiziale qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la sua indipendenza.

In sostanza, il nuovo Codice pone particolare attenzione sulla necessità che il revisore sia totalmente indipendente e privo di qualsiasi conflitto di interesse quando svolge l'attività di controllo contabile per le imprese in stato di crisi o insolvenza, al fine di garantire la massima trasparenza e affidabilità dell'informazione contabile e finanziaria.

Per concludere, l'attività di revisione legale richiede sempre l'applicazione dei principi di indipendenza e obiettività, sia come atteggiamento professionale, definito come indipendenza comportamentale, sia come condizione oggettiva, chiamata indipendenza formale.

Il primo aspetto implica un approccio intellettuale caratterizzato da integrità, obiettività e scetticismo professionale, che tiene conto solo degli elementi rilevanti per lo svolgimento dell'incarico, escludendo qualsiasi fattore estraneo.

Il secondo aspetto, invece, si riferisce alla condizione oggettiva del revisore che deve essere visto come indipendente e non associato a situazioni o circostanze che potrebbero far dubitare della sua obiettività.

La combinazione dei due aspetti di indipendenza rappresenta il modo migliore per il revisore di dimostrare la propria obiettività e integrità professionale durante l'attività di revisione legale.
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